Quando eravamo orfani

di Kazuo Ishiguro

La nostra recensione

La discussione su "Quando eravamo orfani" del nostro GDL è stata molto vivace. Chi l'ha trovato bellissimo, intrigante, scritto in modo impeccabile e chi invece ha espresso più di qualche riserva.
Tutti concordi sul fatto che la scrittura e lo stile siano notevoli, molto articolati e di alto livello.
Sulla trama e i contenuti invece le voci sono state discordi. Il romanzo sembra partire come un giallo per diventare un resoconto di fatti storici peraltro poco noti (il conflitto Cina/Giappone nel primo '900).
La prima parte un po' si trascina : qualcuno ha apprezzato i ricordi d'infanzia ma tutti hanno preferito di gran lunga la seconda parte più incalzante del libro.
Discordi i pareri sulle modalità del racconto: ad alcuni è parsa irreale e inverosimile la ricerca dei genitori in mezzo ai bombardamenti giapponesi. Sembra quasi un sogno o un' allucinazione.
Per altri la bravura di Hishiguro consiste proprio nel fatto di creare un'ambientazione in cui il protagonista si muove come fosse ancora bambino, con l'ingenuità e la sconsideratezza tipici dell'infanzia.
Chi rimane orfano - come anche l'amica Sarah - non cresce mai, rimane bloccato nel proprio mondo fatto di fantasie, speranze romantiche e nostalgia.
D'altra parte c'è chi invece ha ritenuto il romanzo paragonabile a "Il grande Gatsby" per la capacità di creare atmosfere e di ritrarre una società privilegiata che vive fuori dal mondo e lontana dalle sofferenze di tutti gli altri (La Concessione Francese).
I salti temporali e il racconto slegato hanno creato qualche difficoltà, restituendo un'impressione di freddezza e di poca empatia del protagonista. Su questo punto però altri non erano assolutamente d'accordo ribadendo che invece il protagonista risulta "vivo" e ci si immedesima con lui pienamente.
Tutti d'accordo invece sul fatto che la seconda parte del romanzo è pura letteratura e che la sua originalità stia proprio nei temi trattati.
Non regge comunque il confronto con "Quel che resta del giorno" e "Lasciami andare" già letti dal Gruppo di lettura anni fa.

La trama:

Per Christopher Banks tutto sembra essersi fermato quando, da bambino, gli sono stati misteriosamente rapiti i genitori. Fino a dieci anni è cresciuto come un orfano nella ricca Shanghai dell'oppio, per poi essere affidato alle cure di una zia nell'austera Inghilterra. Londra anni Trenta: Christopher è ormai un famoso detective privato, ma dietro ad ogni caso brillantemente risolto grava l'enigma di quel rapimento. Poco importa se in quegli anni proprio a Shanghai si sta innescando la scintilla che porterà il mondo alla rovina. Banks, infatti, ritiene che anche il massacro insensato della guerra sia un caso risolvibile per un buon investigatore, magari con l'aiuto del suo strumento feticcio, la lente di ingrandimento.