La questione più che altro

di Ginevra Lamberti

La nostra recensione

Abbiamo dibattuto a lungo sui pro e i contro del libro, sull'autrice, la sua scrittura, lo stile, i contenuti. Eravamo divisi tra chi ne ha colto la leggerezza e freschezza e l'ha apprezzata e i lettori più critici che hanno trovato il libro piuttosto superficiale. Da un lato chi si è divertito e ha trovato il racconto in linea e in sintonia con il pensiero e le modalità dei giovani. Dall'altro chi ha trovato i contenuti appena accennati e mai approfonditi. Un libro che si legge velocemente ma che non lascia traccia, privo di emozione, di reale empatia per alcuni. Ironico, divertente, simpatico e fresco per altri che in esso vedono le potenzialità della scrittrice ancora in erba. Unico elemento in comune tra i simpatizzanti e i detrattori è stata la percezione della tristezza e della situazione disperata dei giovani, o almeno dei giovani come la protagonista. Si respira in tutto il libro la sofferenza psicologica, l'assenza di prospettive per questi trentenni che non sono più adolescenti ma sembrano non aver ancora trovato un'identità e un loro posto nel mondo. La scrittura è tipica della comunicazione giovanile attraverso i social e i blog.

La trama:

Nella valle dove vive, la questione più che altro è che Gaia si annoia. Nel suo presente immobile si affacciano nonno-di-giù, vedovo di successo in un programma tv del pomeriggio, nonna-di-su, che ha chiesto a santa Rita da Cascia di proteggerla, la madre, che ha divorziato per eccesso di traslochi e il padre, che ha tracce di polmoni nella nicotina e un'irrefrenabile voglia di ridere. Mancano diciannove giorni a Natale, venticinque a Capodanno, qualcosa di più all'ultimo esame. Dato che si annoia e non ha abbastanza soldi per fare il giro del globo in orizzontale e tagliarlo in due, così magari si apre e dentro ci trova ciò che le manca, si trasferisce prima a Mestre e poi nella laguna più bella del mondo. Solo che neanche lì c'è quello che cerca, il lavoro è sempre un "lavoretto", il padre si ammala, i nonni invecchiano e Venezia non è che il fondale di cartone per i selfie dei turisti. Con un tono brillante e una lingua che richiama le favole, nel suo romanzo di esordio Ginevra Lamberti racconta una generazione che cerca di inventarsi un futuro lontano (il più possibile) dal presente e finisce per scoprirlo come il premio di una caccia al tesoro.