Gita al faro

di Virginia Woolf

La nostra recensione

"Al faro" di Virginia Woolf ha suscitato una discussione piuttosto vivace all'interno del gruppo di lettura. Un non-romanzo, un'elegia sul trascorrere del tempo, la memoria e l'assenza. Ma anche un libro sulla figura femminile tradizionale (Mrs. Ramsay è madre fertilissima e moglie devota che consola e protegge) e su quella moderna (per Lily/Virginia Woolf la fecondità si compie invece nell'arte). Una scrittura non immediata ma piuttosto ostica anche per la quasi assenza del discorso diretto, con i dialoghi inseriti - così come i pensieri - nella narrazione. E per lo stile così singolare che evoca i personaggi e la vicenda piuttosto che descriverla, in una continuità quasi priva di pause e interruzioni.
Una lettura impegnativa e profonda, ma proprio per questo vissuta da molti come una sfida e un arricchimento.
Abbiamo sostenuto il valore simbolico del "faro" rappresentato dalla stessa Mrs. Ramsay attorno alla quale ruotano tutti gli altri personaggi. Il faro come luce, come punto fermo e verità. L'equilibrio della famiglia (marito e figli) e anche quello degli ospiti viene mantenuto dalla signora Ramsay che vi si dedica con tale devozione da annullare se stessa.
Dopo la sua morte, la Casa va in rovina e famigliari e amici sbandano, sono dispersi senza più un faro ad illuminare e ad indicare la rotta da seguire.
Tutti hanno trovato notevole la seconda parte, in cui la protagonista è la Casa che viene travolta e quasi annientata dal Tempo e dalla Natura e che solo la tenacia della sig.ra McNab - nella sua semplicità - tiene in vita. Ironica la contrapposizione tra lei e i visionari che invece passeggiano ponendosi domande che non trovano risposta.
Nella terza parte i protagonisti tornano dieci anni più tardi e finalmente la gita si compie, il faro viene raggiunto.
E' Lily la protagonista di questa parte, l'artista che cerca disperatamente di trovare l'essenza e il significato della vita e di tradurli in immagine. Ne uscirà un ritratto della Sig.ra Ramsay che nasce dall'assenza e dal vuoto che la sua scomparsa ha lasciato.
La fluidità del pensiero che scorre sulle pagine e passa addirittura da un personaggio all'altro - nascondendo tuttavia agli altri una verità che non si svela - è forse la caratteristica della Woolf, apprezzata oppure no (a seconda dei casi) dai lettori presenti.

La trama:

In una sera del settembre del 1914, la famiglia Ramsay, in vacanza in una delle isole Ebridi, decide di fare l'indomani una gita al faro con alcuni amici. 
Per James, il figlio più piccolo, quel luogo è una meta di sogno, densa di significati e di misteri. 
La gita viene però rimandata per il maltempo. Passano dieci anni, la casa va in rovina, molti membri della famiglia sono morti. 
I Ramsey sopravvissuti riescono a fare la gita al faro, mentre una delle antiche ospiti finisce un quadro iniziato dieci anni prima. 
Passato e presente si intrecciano, il tempo assume un diverso significato.