Le ricette della signora Tokue

La nostra recensione

Giudizio unanime del Gruppo di lettura di Martellago: poetico, garbato, raffinato, genuino. Questi in sintesi i commenti dei lettori che lo hanno apprezzato per la scrittura lieve che attraverso piccoli dettagli rivela via via le vicende private e la personalità dei protagonisti. Il tema principale è quello della resilienza: Tokue è una donna che resiste e affronta con grandi risorse personali le avversità della vita. A salvarla è la passione per la cucina, o meglio il saper trovare un senso e una ragione di vita grazie a quella passione. Una straordinaria attenzione verso gli altri caratterizza questa donna. È lei a cogliere l'insoddisfazione di Sentaro e le difficoltà famigliari della giovane Wakana. È lei - con la sua marmellata di azuki - a far da ponte, a mettere in collegamento le diverse generazioni e a sciogliere l'incomunicabilità degli altri due protagonisti. Qualcuno ha paragonato Tokue ad un pianta: bistrattata dalla vita ma tenace e resistente. I ciliegi ricorrono in tutto il romanzo a sottolineare l'ineluttabilità del ciclo della vita e il trascorrere del tempo.

La trama:

Sentaro è un uomo di mezza età, ombroso e solitario. Pasticciere senza vocazione, è costretto a lavorare da Doraharu, una piccola bottega di dolciumi nei sobborghi di Tokyo, per ripagare un debito contratto anni prima con il proprietario. Da mattina a sera Sentaro confeziona dorayaki - dolci tipici giapponesi a base di pandispagna e an, una confettura di fagioli azuki - e li serve a una clientela modesta ma fedele, composta principalmente da studentesse chiassose che si ritrovano lì dopo la scuola. Da loro si discosta Wakana, un'adolescente introversa, vittima di un contesto familiare complicato. Il pasticciere infelice lavora solo il minimo indispensabile: appena può abbassa la saracinesca e affoga i suoi dispiaceri nel sakè, contando i giorni che lo separano dal momento in cui salderà il suo debito e riacquisterà la libertà. Finché all'improvviso tutto cambia: sotto il ciliegio in fiore davanti a Doraharu compare un'anziana signora dai capelli bianchi e dalle mani nodose e deformi. La settantaseienne Tokue si offre come aiuto pasticciera a fronte di una paga ridicola. Inizialmente riluttante, Sentaro si convince ad assumerla dopo aver assaggiato la sua confettura an. Sublime. Niente a che vedere con il preparato industriale che ha sempre utilizzato. Nel giro di poco tempo, le vendite raddoppiano e Doraharu vive la stagione più gloriosa che Sentaro ricordi. Ma qual è la ricetta segreta della signora Tokue? Con amorevole perseveranza, l'anziana signora insegna a Sentaro i lenti e minuziosi passaggi grazie ai quali si compie la magià: «Si tratta di osservare bene l'aspetto degli azuki. Di aprirsi a ciò che hanno da dirci. Significa, per esempio, immaginare i giorni di pioggia e i giorni di sole che hanno vissuto. Ascoltare la storia del loro viaggio, dei venti che li hanno portati fino a noi». Come madeleine proustiane, i dolcetti giapponesi diventano un pretesto per i viaggi interiori di Sentaro e Tokue, fra i quali si instaura un legame profondo che lascia emergere segreti ben più nascosti e ferite insanabili. Con l'autunno, però, un'ombra cala sulla piccola bottega sotto al ciliegio: quando il segreto di Tokue viene alla luce, la clientela del negozio si dirada e la donna, costretta a misurarsi di nuovo con il pregiudizio e l'ostracismo sociale che l'ha perseguitata per tutta la vita, impartirà a Sentaro e Wakana la lezione più preziosa di tutte.