Donne che parlano

di Miriam Toews

La nostra recensione

"Donne che parlano" ha suscitato nel Gruppo di Lettura della biblioteca di Martellago "Il Club del martedì" una riflessione attenta sulla condizione femminile non solo nella comunità mennonita in cui la vicenda si svolge, ma all'interno della società in tutte le epoche. Il libro, che non è propriamente un romanzo ma un resoconto e una verbalizzazione di fatti realmente accaduti, ha colpito profondamente tutti i lettori. Il tema centrale è quello della violenza subita da tutte le donne ad opera degli uomini della loro comunità, che su di loro hanno un completo controllo. L' ignoranza in cui sono costrette, intesa come assenza di istruzione cultura e informazione, relega le protagoniste in un mondo di superstizioni, falsità e accettazione passiva di quanto loro inculcato. In questo mondo persino la violenza viene interpretata in modo irrazionale, non essendo le donne nemmeno libere di avere pensieri propri. Eppure queste donne, tenute volutamente in uno stato di asservimento , prive di spirito critico e di consapevolezza di sé, riescono a compiere un atto di coraggio che le porta altrove, verso l'ignoto (dato che non sono mai uscite dalla comunità), ma comunque lontane dalla violenza e dalla brutalità che le ha dominate fino a quel momento. Abbiamo apprezzato la bravura dell'autrice nel raccontare in modo originale una vicenda tanto sofferta, utilizzando uno stile e una scrittura che riescono a mantenere una certa levità pur nella tragicità della narrazione. Narrazione che è affidata ad un uomo, a sua volta emarginato e in una condizione di inferiorità, con il quale le donne possono condividere il racconto. August Epp infatti è l'unico che non ha commesso atrocità ed è anche l'unico in grado di tradurre in un'altra lingua - l'inglese - la difficile testimonianza e decisione di queste donne. Le due giovani protagoniste (ritratte anche in copertina) che nel granaio intrecciano assieme i loro capelli, simboleggiano a nostro parere la forza e la solidarietà che le donne sempre esprimono in condizioni di dolore e necessità.

La trama:

Venivano narcotizzate con lo spray per le mucche, e poi stuprate nel sonno. Si svegliavano doloranti, sanguinanti. 
E si sentivano dire che era tutto frutto della loro sfrenata immaginazione, o eventualmente del diavolo. Invece i colpevoli erano uomini della comunità: zii, fratelli, vicini, cugini. 
Che fare adesso, con questi uomini, che sono in carcere, ma presto usciranno su cauzione e torneranno a casa? Perdonare, come vorrebbe il pastore Peters? Rispondere con la violenza alla violenza? O andare via, per sempre, per affermare una vita diversa, di rispetto, amore e libertà? Il romanzo parte da qui: dal momento in cui le donne devono decidere cosa fare. Sono donne sottomesse, abituate a obbedire. 
Nascoste in un fienile, prendono in mano, per la prima volta, il proprio destino. La loro ribellione incandescente risana. 
E linfa vitale anche per August Epp, l'uomo amorevole e giusto che aveva perso la speranza, e che le donne chiamano a testimone della loro cospirazione di pace, perché possa raccontarla.