Ho servito il re d'Inghilterra - Bohumil Hrabal

La nostra recensione

Un libro diverso, fuori dal comune per molti aspetti. Innanzitutto per la vicenda e il protagonista, uomo qualunque, antieroe per eccellenza che si adegua alla vita accettandone il bello e il brutto, sempre traendo vantaggio dalle situazioni. E poi per lo stile, una prosa che esce di getto dalla penna di Hrabal, priva di punteggiatura, di pause a rappresentare la smania e la bramosia di vita di Jan che si butta in ogni avventura mosso dalla necessità di riscattarsi, povero e basso di statura, alla ricerca di un'identità e di un posto nel mondo. Il libro appare difficile all'inizio, ma diventa via via più avvincente e interessante. Abbiamo apprezzato il tono leggero e scanzonato, la serenità con cui Jan affronta l'esistenza con le sue mille contraddizioni. Tra surrealismo e psicoanalisi, il romanzo mette in atto una farsa grottesca e ironica raccontata in un flusso di coscienza che si concentra tutto sugli avvenimenti personali di Jan che resta invece indifferente alle vicende storiche della Cecoslovacchia: dal nazismo al conflitto mondiale fino ad arrivare alla presa di potere del comunismo sovietico. Il suo desiderio di emergere e diventare milionario si avvera, ma non è questo a riscattarlo. La realizzazione di sé e la gratificazione giungono invece nel ritiro, nell'isolamento e in quel raccontarsi all'osteria, tra pochi intimi che ne apprezzano proprio le doti di narratore. Alla maggior parte di noi il libro è piaciuto tantissimo, altri non sono riusciti ad affrontarlo probabilmente a causa dell'audiolibro, unico strumento di lettura condiviso in questo periodo. Umorismo e tristezza si alternano, le metafore sulla vita si frappongono ad un erotismo poetico che ricorda Lawrence e la sua Lady Chatterly. Il finale con la maturità e la crescita di Jan che finalmente trova se stesso è perfetto.