Stella distante - Roberto Bolaño

La nostra recensione

A parte qualche sporadico lettore a cui ha fatto piacere scoprire questo autore pur riconoscendo la complessità caotica dello stile e la difficoltà di lettura, per la maggior parte del GdL il libro è stato deludente. L'impianto innanzitutto: ad un evento storico si frappone la fiction letteraria ma le continue interruzioni, citazioni, digressioni portano lontano il lettore, anche emotivamente, da quello che è il dramma del golpe militare e di migliaia di persone sparite nel nulla e barbaramente uccise. Il libro era partito bene, descrivendo il clima culturale, l'ambiente intellettuale e poi il colpo di stato che spazza via tutto. Ma ci aspettavamo una denuncia, una testimonianza forte anche nelle pagine successive che invece perdono forza e consistenza diventando quasi un esercizio letterario con troppe divagazioni che finiscono per togliere pathos alla vicenda e al vissuto dei protagonisti. Viene a mancare una profondità psicologica dei personaggi rendendoli così testimoni indifferenti di quanto accade loro intorno. La tensione della prima parte del romanzo si stempera improvvisamente, forse per l'entrata in scena di troppe voci che disorientano il lettore e fanno perdere la presa. Le citazioni letterarie, decisamente eccessive, ci sono sembrate uno sfoggio di cultura un po' fuori luogo. Lo stile è senz'altro innovativo ed è stata anche apprezzata l'idea che la Poesia possa essere ambivalente come qualsiasi altra attività umana: salvifica ma anche distruttrice. Il messaggio sottinteso dell'autore è quello che la Verità, unica e certa, non esiste e che qualsiasi avvenimento e persona possono essere letti e interpretati con diverse sfumature, a volte persino contrastanti. Per questo la domanda "Chi era Carlos Wieder?" rimane sospesa. Ma ciò che il romanzo restituisce al lettore è una mancanza di struttura nella trama sfilacciata che lascia perplessi.