Furore - John Steinbeck

La nostra recensione

Giudizio unanime di lettrici e lettori del gruppo di lettura sulla grandezza e potenza di "Furore". L'odissea della famiglia Joad abbraccia moltissimi temi purtroppo ancora attuali: l'abbandono della terra d'origine, il sogno di una vita migliore, l'immigrazione e la resistenza degli abitanti di fronte a quella che giudicano essere un'invasione da parte di gente disperata e "straniera", proveniente da stati depressi e perciò etichettati con il dispregiativo "Okie". Tre i pilastri su cui si fonda il romanzo: terra, famiglia, lavoro. L'umanità dei protagonisti, la nobiltà di sentimenti e la grande dignità che li contraddistingue sono le caratteristiche che hanno colpito di più. E' stato sottolineato quanto possa essere risultato scomodo un libro così nel 1939 (anno di pubblicazione negli Stati Uniti) per la denuncia delle ingiustizie e dei soprusi di un sistema economico duramente criticato da Steinbeck. L'anno seguente l'edizione italiana di Bompiani dovette sottostare a tagli e rimaneggiamenti per poter arrivare al pubblico. Particolarmente felice la scelta del titolo in italiano. Durante il racconto l'attenzione si sposta dalla famiglia alla collettività: il bene del piccolo gruppo famigliare passa in secondo piano rispetto alla necessità di condividere, sorreggersi ed aiutarsi tra persone in difficoltà: nessuno viene abbandonato al suo destino e l'egoismo non prevale mai. Centrale la figura della Madre che tiene unita la famiglia, la dirige, la sostiene e non si arrende mai alle avversità. Lei stessa dirà alla fine "…prima contava solo la famiglia. Ora no. Ora contano tutti quanti." Una tragedia inevitabile e senza via d'uscita per alcuni lettori, un messaggio di speranza nella ribellione degli ultimi per altri, confermata dalla frase che dà anche il titolo al libro: "Nell'anima degli affamati i semi del furore sono diventati acini, e gli acini grappoli ormai pronti per la vendemmia" (pag. 485) Apprezzati anche i capitoli di taglio giornalistico che spezzano il racconto trattando i temi sociali ed economici. Per qualche lettore non ci sono eroi in questa vicenda in quanto i germi di lotta e di riscatto non danno luogo ad azioni efficaci. Ma per altri invece sia il reverendo Casy che Tom imparano una lezione fondamentale lasciando comunque aperto un finale in cui la ribellione sembra mettere radici. Si tratta di una presa di coscienza della necessità di essere uniti e solidali per poter andare avanti ed aspirare a cambiare le cose. La descrizione dei paesaggi è così incisiva da dare al lettore le sensazione del caldo, della polvere, della terra arsa che provoca sofferenza in tutti gli essere viventi. La traduzione integrale di Perroni regala le sfumature di una lingua popolare senza mai cadere nella farsa o nel ridicolo. Un capolavoro dal quale riesce difficile staccarsi per l'intensità e il coinvolgimento della narrazione.