Nero è l'albero dei ricordi, azzurra l'aria - Rosetta Loy

La nostra recensione

Il romanzo di Rosetta Loy è piaciuto al Gruppo di lettura senza suscitare tuttavia uno smisurato entusiasmo. Essenzialmente è una narrazione di guerra, in cui le vicende personali dei protagonisti sono funzionali alla ricostruzione degli avvenimenti storici: attraverso i pensieri e i sentimenti dei personaggi entriamo nel vivo degli accadimenti passando dalla sfera privata a quella pubblica. La voce narrante è quella di Giulia che ripercorre la storia della sua famiglia alto borghese attraverso svariati passaggi temporali che rendono difficile seguire il filo dei ricordi nella lettura. Dagli agi e dalla felicità degli anni precedenti alla guerra si passa ai giorni più bui e cupi della tragedia che si abbatte sulle esistenze di tutti i personaggi. Ciascuno dei protagonisti reagisce a modo suo: Ludovico prende le distanze dal genere umano, Lucia perde la testa per il sottotenente tedesco, la madre non si arrende alle ristrettezze economiche e pretende di vivere al di sopra delle reali possibilità dopo il fallimento dell'azienda di famiglia, Marcello infine si aggrappa al ricordo di Annalisa per sopravvivere agli orrori. La leggerezza della giovinezza si contrappone ai toni cupi e drammatici della Storia che culminano nell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. Il titolo, tratto da un verso della poetessa americana Sylvia Plath, contrappone proprio le atrocità della guerra che tingono di nero l'esistenza di alcuni all'ampio respiro azzurro della gioventù che continua a vivere e a sperare in tempi migliori nonostante tutto. La ricostruzione storica della guerra in Africa è stata particolarmente apprezzata per la vividezza della testimonianza. Il confine tra la vita e la morte nel romanzo è davvero sottile e la casualità del destino e delle circostanze che decretano chi morirà e chi resterà in vita è ciò che ha colpito i lettori e le lettrici del Gruppo. Una scrittura rapida ed essenziale, con qualche significativa licenza linguistica e ardita costruzione sintattica, accompagna i giovani protagonisti attraverso un ventennio, approdando al dopoguerra e al boom economico degli anni Sessanta alla ricerca di un senso e di un assetto che la guerra ha sconvolto per sempre.