L'ultimo uomo bianco di Mohsin Hamid

“Un mattino Anders, un uomo bianco, si svegliò e scoprì di essere diventato di un innegabile marrone scuro.”

Sicuramente tutti ricorderete la metamorfosi di Gregor in uno scarafaggio nel celebre romanzo di Franz Kafka. Con la #ValigiadelLettore di questa settimana approdiamo negli Stati Uniti, ipotetico epicentro di questa straordinaria vicenda in cui Anders, istruttore in una palestra frequentata solo da bianchi e pulita solo da neri, si sveglia con il colore della pelle cambiato.

La camaleontica trasformazione da “bianco” a “nero” porta con sé un’improvvisa presa di coscienza dei pregiudizi e delle implicazioni sociali che questa comporta. Dopo lo sbigottimento e il trauma iniziale dovuto alla perdita di identità, Anders si confida con Oona, la ragazza che sta frequentando da un po’ e che conosce fin dai tempi della scuola.  Anche Oona di primo acchito stenta a riconoscerlo ma ben presto ritrova in lui - al di là del colore della pelle - l’uomo di cui è innamorata.

Ma questo romanzo originalissimo va anche oltre formulando una sconcertante ipotesi: cosa succederebbe se uno dopo l'altro le donne e gli uomini bianchi si svegliassero una mattina scoprendo di essere diventati neri? Ed è quello che accade: tra suicidi e sparatorie, tra tensioni sociali e un allarmismo così diffuso da impedire di uscire di casa, dopo Anders pian piano la metamorfosi si diffonde e finisce per coinvolgere tutti.

Rimarrà un solo uomo bianco ma non vogliamo svelarvi altri dettagli di un intreccio che con grande maestria tocca le corde più intime del sentire umano.

In poco più di cento pagine lo scrittore osa immaginare la soluzione estrema per porre fine al razzismo: la fine del concetto di razza e dei privilegi essenzialmente connessi alla “bianchezza” immaginando -provocatoriamente – un’uguaglianza che condurrebbe ad una liberazione collettiva.

Mettiamo nella nostra valigia uno specchio, quello in cui si riflette il nuovo aspetto di Anders in quel fatidico risveglio.