Trinidad - Love after love

Love after love di Ingrid Persaud

In questo periodo, nel quale anche un breve spostamento ha il sapore dell’incognita, la nostra #ValigiadelLettore ci fa approdare addirittura nella caraibica Trinidad per svelarcene l’essenza più vera, quella che si intravede una volta superato con lo sguardo e con l’anima il suo fascino leggendario fatto di rum, spiagge e una dolce vita al calore del sole.

Betty è una giovane donna da poco vedova con Solo, il suo bambino di cinque anni da accudire, che si ritrova a vivere per caso con Mr. Chetan, un professore di matematica, persona saggia, amorevole e omosessuale. Fra i tre si crea un legame familiare che va ben oltre quello di sangue, si confortano, si supportano, si proteggono dai fantasmi del passato e dal marciume che anche la Trinidad, come in ogni posto del mondo, la vita ha da offrire. Perché a Trinidad un uomo violento viene elogiato se riempie di botte la moglie ma se provi attrazione per una persona del tuo stesso sesso, devi nasconderti. L’altra opzione è venire ammazzato.
Perché sì, anche sotto il sole caldo di Trinidad, la vita non è poi così bella, tutto sommato... e allora cosa resta per sopravvivere, se non la forza dell’amicizia e dell’amore? Amore che qui si indaga in tutte le salse: l’amore materno, l’amore non corrisposto, l’amore proibito, l’amore malato e l’amore puro e genuino di chi è disposto a dare tanto senza chiedere nulla in cambio ma del quale, allo stesso tempo, si evidenzia la duplice natura, ovvero quelle parti avverse che sono il rancore, l’odio e l’ossessione. 
La storia ci lega a tre anime belle in cerca del loro posto nel mondo all’interno di una società ancora troppo retrograda, che non fa altro che condannare e cucire troppo prevedibili etichette addosso alle persone. È una storia saggia, bellissima e crudele nella sua semplicità, il cui tono esilarante è tutto meno che scaccia pensieri ma è un irresistibile passepartout che apre gli occhi e la mente e, nonostante in corso d’opera il cuore si frantumi in mille pezzettini, alla fine fa tanto, tanto bene.
In valigia mettiamo, per sicurezza, uno specchio che ci aiuti a controllare non solo il livello di abbronzatura tropicale raggiunto ma anche che i nostri occhi rimangano sempre e dovunque limpidi, aperti, mai velati da giudizi o, ancor peggio, pregiudizi.