Filippine - Il crepuscolo del mondo

Il crepuscolo del mondo di Werner Herzog

Questa settimana la #ValigiadelLettore ci porta in un’isola remota delle Filippine per conoscere la storia assurda e quasi inverosimile del soldato giapponese rimasto a difenderla per molti anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Il racconto di Herzog parte dall’epilogo della vicenda. Siamo nel 1974 e il soldato Hiroo Onoda sorprende sull’isola un innocuo viaggiatore scambiandolo per un agente americano. Nonostante i vari indizi, tra cui alcuni giornali trovati sull’isola che avrebbero dovuto convincerlo della fine delle ostilità, Onoda finora li ha sempre interpretati come tentativi di depistaggio da parte del nemico ed è rimasto quindi saldamente ancorato alle sue convinzioni. Ma l’incontro con il giovane Suzuki insinua in lui il tarlo del dubbio per la prima volta. Per 29 anni Onoda ha difeso quell’avamposto come un samurai, convinto che gli aerei americani che vedeva passare fossero ancora diretti verso il Giappone, mentre invece altre due guerre imperversavano in quella zona negli anni ‘50 e ‘60, quella di Corea e quella del Vietnam. E nessuna di questa era la Sua Guerra, quella per la quale era stato chiamato a combattere e che credeva fosse ancora in corso. In mezzo alla giungla, costretto a procacciarsi il cibo e a difendersi dagli animali feroci, il giovane Onada è invecchiato chiedendosi cosa stesse accadendo nel resto del mondo, quali fossero le sorti del conflitto. E scoprire ora tramite il giovane Suzuki che la Guerra è finita da decenni e che nel frattempo sono accaduti fatti rilevantissimi, come lo sbarco dell’uomo sulla Luna, è davvero uno shock. Un romanzo emozionante che attraverso il racconto della vicenda di questo soldato con le sue ossessioni e la sua guerra solitaria costringe il lettore a riflettere sui demoni che possono tormentare ciascun individuo, inducendolo a rinunciare all’esame obiettivo della realtà e a rimanere prigioniero di idee fasulle e deleterie.

Mettiamo in valigia un binocolo, come quello che il soldato Onada ha tenuto appeso al collo per scrutare l’orizzonte e poter scorgere il potenziale Nemico per così tanti anni, senza che fosse più necessario.