Israele - La traccia dei mutamenti

La traccia dei mutamenti di Sayed Kashua

Sono all’ospedale”. È un breve messaggio inviato via Skype da un padre al figlio lontano a dare avvio alla #ValigiadelLettore di questa settimana.
Bastano poche parole per convincere il protagonista di questo libro a salire sul primo aereo, lasciando l’Illinois con destinazione Tira, in Israele.
Da quattordici anni l’uomo non torna nella sua città natale e non rivede i suoi genitori e i fratelli. Ognuno di loro ha tagliato i ponti con lui il giorno in cui è stato costretto a sposare Palestine e a lasciare il suo paese.
Mentre ripercorre in taxi il breve tragitto che dall’aeroporto lo conduce a casa il protagonista sente rinascere dentro di sé l’antica paura che un tempo l’attanagliava: quella di sapersi arabo in territorio israeliano, esule nella sua stessa terra.
L’uomo porta con sé un vecchio registratore che utilizza nel suo lavoro di ghostwriter, per mettere nero su bianco le storie dei suoi clienti. Ma l’unica testimonianza che ora gli interessa davvero non lasciarsi sfuggire è quella del padre morente. Sono tantissimi i perché che ha serbato per tanti anni nel suo cuore. Perché è stato costretto ad un affrettato matrimonio riparatore? Perché tutta la sua famiglia lo ha allontanato e gli ha chiesto di non tornare mai più sui suoi passi? Perché si sente così distante da sua moglie e dai suoi stessi figli? Perché tutto questo dolore è nato da un semplice racconto scritto su una ragazza tanto tempo fa?
In viaggio verso Israele mettiamo in valigia i pezzi di un puzzle: le risposte di cui il protagonista ha disperatamente bisogno assomigliano a piccole tessere che, affiancate le une alle altre, possono comporre un grande quadro in grado di fare luce su piccole verità non solo riguardanti la sua vita personale, ma anche la storia dell’odierna Palestina.