Tirana - Volevo essere Madame Bovary

Volevo essere Madame Bovary di Anilda Ibrahimi

L’affascinante protagonista della #ValigiadelLettore di questa mercoledì ci porta alla scoperta di un Paese a noi geograficamente vicino ma la cui cultura ci è per molti aspetti sconosciuta.

Hera è cresciuta a Tirana, in Albania, in un periodo storico in cui il socialismo plasmava ogni sfera della vita delle persone. Alle donne era richiesto uno sforzo lavorativo pari a quello degli uomini ma, in realtà, la loro libertà individuale era molto limitata. La bellezza era considerata una frivolezza e una colpa e la passione una distrazione pericolosa. L’ideale femminile era il matrimonio, la maternità e il duro lavoro in campagna o nelle fabbriche.
Spinta anche dagli esempi femminili della sua famiglia, Hera cerca di non deludere le aspettative della società, tentando di tenere celata la sua passione creativa e il suo desiderio di evasione.
Poi un giorno, Hera decide di partire per Roma e tagliare i ponti con il suo passato. Dopo un inizio complicato, Hera trova finalmente il suo posto nel mondo: lavora come artista, sposa un uomo dal quale ha dei figli ed è finalmente libera di vivere pienamente la sua femminilità.

Allora perché la ritroviamo a Tirana, con un uomo come Skerd, con il quale non condivide altro che la passione fisica? Perché insieme a lui sente pulsare come forte il richiamo della sua lingua madre? Che cosa l’ha spinta a scappare da una vita senza prospettive per poi gettarsi tra le sbarre di una nuova gabbia?

Partiamo per Tirana mettendo in valigia una trousse da trucco: la cura e l’orgoglio per la propria bellezza sono sempre stati visti come una minaccia nel passato di Hera. Ora, finalmente libera di essere ciò che desidera, che cosa le darà la forza di rimanere fedele a ciò che è diventata anche quando il tempo tenta di riportarla indietro?