Torino - Città sommersa

Città sommersa di Marta Barone

Tenetevi pronti: la #ValigiadelLettore di questa settimana ci porta nella Torino degli “anni di piombo” (ma anche a Kietz, una città che - secondo una leggenda nordica - sopravvive sott’acqua e può essere recuperata solo da viandanti e da viaggiatori).  

“Il ragazzo corre nella notte d’inverno, sotto la pioggia, scalzo, coperto di sangue non suo”: così inizia, in modo traumatico e violento, il romanzo d’esordio di Marta Barone “La città sommersa”, che è assieme una memoria e una cronaca del padre scomparso.
La cronologia è invertita e nel corso della narrazione quest’uomo diventa un ragazzo: l’obiettivo è infatti quello di ricostruirne la gioventù, quando Leonardo Barone (L.B.) con slancio e passione civile era impegnato nella lotta collettiva degli anni Settanta.
Ci si avvicina a L.B. attraverso anni ed eventi che conducono a “quella notte”, guidati dalla voce della figlia, una giovane donna solitaria, appassionata di letteratura che si interroga su chi sia davvero L.B., il giovane sempre dalla parte dei vinti, ma anche il medico operaio alle prese con qualcuno da salvare, condannato al carcere con l’accusa di partecipazione alla Lotta Armata. Testimonianze, archivi, faldoni, ma soprattutto ricordi si affastellano nel romanzo, componendo rivelazioni che svelano il ritratto di un uomo complicato e contradditorio, che ha vissuto in un’epoca ugualmente complicata e contradditoria, permettendo di ricostruire attraverso una memoria privata e la figura paterna, una memoria collettiva. Del resto, come ha scritto il critico letterario Donnarumma, “il decennio ’68-’78 è l’ultima età in cui i destini personali si potevano identificare con quelli collettivi”.

Le parole di Marta Barone fanno riflettere su come la letteratura faccia sentire le voci e le contraddizioni degli anni di piombo, di chi era al di qua e al di là del conflitto, di uomini sinceramente democratici, come Leonardo Barone e tanti altri, responsabili assieme delle speranze e delle degenerazioni di un’epoca. Ah, non dimenticate di mettere in valigia una lente d’ingrandimento: sarà utile con tutti i documenti che dovremo scovare!