Nera di Émilie Plateau

Nel 1955 gli autobus a Montgomery, capitale dell’Alabama, erano divisi in tre sezioni: i 10 posti davanti erano riservati ai bianchi, gli ultimi 10 posti agli afroamericani e i 16 posti nel mezzo potevano essere usati da entrambi ma un afroamericano aveva l’obbligo di fare sedere un bianco se non c’erano più posti liberi.

Sull’autobus, i primi dieci posti davanti sono per i bianchi, gli altri per i neri. Sali per fare il biglietto, poi scendi perché non è consentito passare di fianco ai bianchi. Accederai quindi al tuo posto dalla porta posteriore, a meno che il conducente non riparta prima che tu sia salito. Ti siedi in un posto riservato ai neri, ma se un bianco dovesse ritrovarsi in piedi, dovrai cedergli il posto. E poiché la legge proibisce a un bianco di sedersi di fianco a un nero, tutti i neri della fila di quello che ha dovuto alzarsi dovranno lasciare il proprio posto. Al contrario, nessun nero può sedersi in un posto riservato ai bianchi.

Il 2 marzo 1955 una ragazzina afroamericana di quindici anni si rifiuta di lasciare il posto a una signora bianca. Il suo gesto di protesta la porterà all’arresto, alle botte e all’umiliazione da parte dei poliziotti. “Sei una donna, quindi meno di un uomo, e sei nera, quindi meno di niente.

Quella ragazzina coraggiosa si chiama Claudette Colvin e questo fumetto parla di lei e di come questo gesto abbia portato alle prime proteste per i diritti civili degli afroamericani.

Il 1 dicembre sempre del 1955 Rosa Parks si rifiuterà di cedere il posto a un bianco e da quel momento, grazie anche all’intervento di Martin Luther King, le proteste diventeranno sempre più vaste e porteranno al “boicottaggio dei bus a Montgomery” e alle lotte contro la segregazione.

Nera” (Einaudi Ragazzi) vuole ricordare la vita dimenticata di Claudette (e ci spiega anche perché la sua storia sia “meno famosa” di quella di Rosa Parks) e trasforma in graphic novel, con i disegni di Émilie Plateau, la biografia scritta da Tania de Montagne e vincitrice del premio Simone Veil.