Turchina di Elena Triolo

Pinocchio è diventato un bambino vero solo alla fine. La fata turchina è stata vera fin dall’inizio. E questa è la sua storia.

Non si trattava certo di una fata dai capelli blu, ma di Giovanna, una bambina dai capelli di un biondo così chiaro da riflettere l’azzurro del cielo. O perlomeno, così diceva Carlo.

Tutto ha inizio in una calda giornata d’estate del 1872 a Sesto Fiorentino, quando Giovanna, la figlia del giardiniere dei signori Lorenzini, combina un pasticcio all’arrivo dei Signori. È specialmente il padre ad essere rimproverato dalla Signora e la bambina, dalla vergogna, scappa e si nasconde.

Il signor Carlo Lorenzini la trova per caso tra i cespugli e da questo incontro nasce una grande amicizia.
Nonostante la grande differenza di età, Giovanna e Carlo si divertono un mondo insieme, vanno in giro, alle giostre, persino in barca e scherzano, ridono e a volte si prendono in giro. Passano i mesi e gli anni, e mentre Giovanna cresce e diventa una ragazza, Carlo invecchia lontano dai suoi occhi, a Firenze, dove scrive e pubblica a episodi sul giornale le avventure di Pinocchio.

Gli abitanti del luogo riconoscono in lei la fata Turchina del racconto, e Giovanna è sempre felice di raccontare la storia, anche dopo la devastante morte di Carlo, anche dopo il matrimonio e i figli.
Ma la vita le riserva grandi sofferenze, e con l’arrivo della guerra, le avventure di Pinocchio vengono accantonate in un angolo del suo cuore.

Finché anni dopo Giovanna non decide di parlare con un giornalista e questa volta, di raccontare lei la storia del suo caro amico Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Carlo Collodi.

Scritto da Elena Triolo, Turchina è un fumetto dallo stile leggero, colorato ed espressivo, che racconta una storia vera e che come tale è ricca di momenti gioiosi e di eventi tristi.
Una storia che merita di essere raccontata e ricordata, che parla di amicizia ma che allo stesso tempo valorizza l’importanza del ricordo e il rapporto tra vita reale e letteratura.