Il fondamentalista riluttante - Mohsin Hamid

Il fondamentalista riluttante si è rivelato un libro straordinario per tutti i lettori e le lettrici, un romanzo breve ma densissimo di tematiche e di riflessioni che finiscono per coinvolgere e catturare emotivamente il lettore. Il giovane pakistano Changez si è fatto notare negli Stati Uniti grazie alla sua intelligenza e agli eccellenti risultanti al college, ma anche per la sua capacità di adattamento. La necessità di integrarsi e di assimilare la cultura americana lo ha però allontanato progressivamente dalle sue radici, completamente attratto dal Sogno americano. Desideroso di uniformarsi agli standard a stelle e strisce, il ragazzo rinnega le sue radici e annulla la sua personalità diventando uno spietato tagliatore di teste aziendale. Non solo: pur di conquistare Erica, altro sogno irraggiungibile, accetta di fingersi un altro per poter entrare in intimità con lei. Ma l'11 settembre cambia improvvisamente tutto: la diffidenza che il pakistano legge negli occhi degli americani gli ricorda dolorosamente il suo essere straniero e per di più islamico e in quanto tale temibile. Tutta la sua dedizione al Paese che lo ha ospitato viene cancellata in un attimo. Basta il colore della pelle e la barba che Changez - per provocazione - si è fatto crescere per fare di lui un potenziale terrorista. Rigettato dall'America e tornato a Lahore, le sue riflessioni in presenza dell'interlocutore americano costringono il lettore a prendere coscienza di un punto di vista Altro: impossibile non mettersi nei panni di un giovane islamico che si ritrova sul suolo americano dopo l'attentato alle Torri Gemelle. Eppure abbiamo anche convenuto quanto sia difficile abbandonare la prospettiva occidentale. La presa di coscienza di Changez provoca un disagio nel lettore che si vede costretto a ripensare le sue convinzioni: esiste un'angolazione diversa da cui osservare le cose. La narrazione, in forma di monologo del protagonista con un interlocutore americano non ben definito, assume un ritmo sempre più incalzante giungendo ad un finale aperto in cui l'epilogo è volutamente lasciato in sospeso. Abbiamo sottolineato inoltre come la relazione del protagonista con Erica (il cui nome rimanda necessariamente all'AmERICA) mostri da un lato l'estrema cautela e il grande rispetto di Changez nei confronti della ragazza, probabilmente dovuti alla sua cultura, mentre dall'altro metta in luce l'estrema vulnerabilità e fragilità della ragazza. Ancora una volta ecco che i due mondi si scontrano o meglio non si incontrano. Ha colpito tutti noi la descrizione dei sapori e degli odori che avvolgono Changez e il suo interlocutore, quasi a sottolineare la concretezza del luogo con la sua cultura millenaria (a differenza di quella americana) basata anche sul dedicarsi ai rituali e all'ospitalità, sul prestare attenzione ai dettagli: al cibo, ai fiori e in generale all'ambiente circostante. Un libro originalissimo per la struttura e lo stile narrativo che apre una serie di interrogativi, non ultimo quello su chi sparerà per primo: sarà Changez ad uccidere l'americano o quest'ultimo diventerà invece il carnefice del giovane pakistano?