Il sentiero dei nidi di ragno - Italo Calvino

La nostra recensione

Il sentiero dei nidi di ragno” è stato promosso dalla totalità del nostro gruppo di lettura: l’esordio letterario di Italo Calvino, scritto di getto al termine della Seconda Guerra Mondiale, è il racconto aspro e durissimo della vita di un ragazzino orfano che cerca di sopravvivere al caos della guerra. La città d’origine di Calvino, San Remo, viene ritratta nitidamente nella borgata popolare, il Carrugio Lungo, in cui si svolge l’inizio del romanzo, nelle ville in cui, durante la guerra, si installano i comandi e le carceri militari, e nei boschi in collina, dove avvengono gran parte degli scontri bellici. La vita di Pin sarebbe stata ugualmente complicatissima, anche senza l’evento bellico: orfano di madre e abbandonato dal padre, un marinaio di cui conserva solo ricordi vaghi, il bambino vive con la sorella in condizioni di povertà e abbandono estremi. Pin ha commosso tutti i lettori del nostro gruppo: chiassoso, impertinente e non di rado fastidioso, come sanno ben essere i ragazzini della sua età, Pin non smette mai di cercare un legame, un’amicizia, un luogo da chiamare casa e puntualmente rimane deluso. Allontanato dai suoi coetanei che ne sono impauriti, deriso dagli adulti, che cerca invano di conquistare con la sua spavalderia e ignorato dalla sorella maggiore, una ragazza conosciuta da tutti come “La Nera di Carrugio Lungo”, che vede in Pin solo una bocca in più da sfamare. Pin, suo malgrado, fa esperienza di cose che alla sua età non è in grado di capire: la violenza, la guerra e il sesso costituiscono per lui un mondo minaccioso e cupo. Il suo unico rifugio, il luogo magico che tiene solo per sé e in cui tenta di salvare almeno un barlume della sua innocenza è il sentiero nel bosco dove si trovano i nidi dei ragni. È il segreto che gli è più caro ed è lì che il ragazzino nasconde la pistola rubata ad un soldato tedesco, l’oggetto che darà inizio alla sua avventura. Pin si ritrova improvvisamente e casualmente coinvolto nella lotta partigiana. Il mondo degli adulti sembra all’improvviso accettarlo nella forma di un’inusuale brigata partigiana, in realtà un manipolo di sgangherati anti-eroi, ognuno con le proprie debolezze e con le proprie motivazioni per lottare. I lettori del nostro gruppo hanno apprezzato molto il capitolo (quasi una momentanea pausa nella narrazione) in cui Calvino, per bocca del comandante partigiano Kim, spiega cosa spinga questa banda di derelitti, così diversi tra loro, a lottare insieme contro un nemico comune. Per alcuni di loro si tratta di un raccolto, faticosamente ottenuto, da difendere, per altri si tratta di un salario dignitoso dopo un mese di duro lavoro in fabbrica, per altri ancora la pura sete di vendetta verso chi ha bruciato campi e città. Pin non è coinvolto in nessuna battaglia ideologica, tutto quello che cerca è un focolare e una voce amica, eppure anche qui, in questa inusuale brigata di uomini “storti”, finisce per ricevere delusioni e tradimenti. Il finale, poetico ma non risolutivo, fa intravedere il barlume di una felicità finalmente possibile nella vita travagliata del giovane protagonista.