La ragazza con la Leica - Helena Janeczek

La nostra recensione

Il romanzo vincitore del Premio Strega 2018, “La ragazza con la Leica”, ha rappresentato una vera sfida per i partecipanti del nostro gruppo di lettura. Considerato all’unanimità un libro complesso ed impegnativo, in alcuni casi ha visto la caparbietà dei lettori ripagata con il racconto appassionante e ricchissimo di dettagli di un periodo storico ma, in molti altri casi, ha prevalso la fatica e lo scoraggiamento di fronte ad un testo eccessivamente frammentato, nel quale era fin troppo facile perdere il filo della trama. La vita di Gerda Taro, la prima fotoreporter a morire sul campo di battaglia, ha suscitato l’interesse di tutti, spingendo ogni partecipante ad approfondire la sua conoscenza una volta chiuso il libro, mettendosi alla ricerca di materiale fotografico e di informazioni sulla sua breve ed intensa esistenza. Gerda era senz’altro un personaggio molto affascinante: intelligente e bellissima, coraggiosa e spregiudicata, spinta da grandi ideali e da una sconfinata voglia di vivere. Qualcosa di incredibilmente potente doveva certamente esserci in questa ragazza che, in un mondo quasi esclusivamente maschile, come quello della fotografia, era riuscita in brevissimo tempo a ritagliarsi un posto di grande rispetto e prestigio, tanto che il suo funerale ha visto la partecipazione di oltre 200.000 parigini e alcuni dei maggiori intellettuali ed artisti dell’epoca le hanno reso omaggio nei loro scritti e nelle loro opere. Eppure, in un libro di oltre 300 pagine, straripante d’informazioni e dettagli, molti lettori hanno faticano a riconoscere la vera Gerda, ad approfondire la sua vita e il suo pensiero oltre frasi e ricordi ne fanno quasi una martire idealizzata. L’escamotage narrativo di far conoscere la vita della protagonista attraverso le voci di tre amici, Georg, Willy e Ruth, è sembrato interessante ma anche, per certi versi, frustrante, in quanto, di Gerda, si finisce per avere solo brevi istantanee sfocate che a fatica ci rimandano il ritratto nitido di una persona. Dal racconto dei tre amici sembra prendere vita piuttosto una combattente stereotipata, tutta coraggio e sprezzo del pericolo, della quale si ricorda in modo anche troppo ripetitivo la straordinaria bellezza e il fascino che esercitava sugli altri. Una chiave di lettura che alcuni lettori hanno trovato per comprendere meglio il romanzo ed infine apprezzarlo è stata quella di considerarlo non una biografia di Gerda Taro, quanto piuttosto un romanzo storico. Se il personaggio di Gerda sembrava troppo spesso sfumare e perdere consistenza in mezzo a fin troppe informazioni, d’altra parte alcuni di noi hanno apprezzato il modo in cui la scrittrice ha riportato in vita un periodo storico, estremamente tumultuoso ed importante, della storia europea partendo da eventi poco conosciuti e meritevoli di essere approfonditi.