Questa è la felicità - Niall Williams

La nostra recensione

Gruppo decisamente spaccato in due sul romanzo di Williams, con alcune lettrici che l’hanno trovato esageratamente ricco di metafore, digressioni, temi e personaggi non significativi. Pur riconoscendo il merito di avere delle intuizioni affascinanti espresse molto bene, non consiglierebbero il libro. Il tempo della narrazione, così dilatato nella descrizione degli avvenimenti che pur si concentrano in poche settimane, è stato vissuto con fastidio tanto da rendere faticosa la lettura o decidere di abbandonarla. La difficoltà di collocarlo storicamente è stato un ulteriore punto a sfavore. Un puzzle con troppi pezzi e una narrazione dispersiva potrebbe essere la sintesi per queste lettrici. Di tutt’altra opinione tutti gli altri lettori e lettrici, affascinati e totalmente immersi nella lettura e nel paesaggio grazie alla poeticità del testo, alle tante riflessioni, ma soprattutto alle forti emozioni che ha saputo trasmettere. La voce narrante è quella di un uomo anziano che rievoca senza rimpianti, ma con nostalgia e indulgenza verso l’adolescente che è stato, un periodo felicemente vissuto e le persone che ne hanno fatto parte. I nonni, innanzitutto, e poi Christy e Annie, personaggi meravigliosamente ricordati e descritti come fondamentali nella sua vita. Il ritmo della scrittura e le frequenti divagazioni sono tipici del racconto di una persona anziana e una volta preso il ritmo, che è sicuramente molto lento rispetto ai romanzi a cui siamo abituati, ci si accomoda nella casa di Ganga e Doady, si percorrono le strade in bicicletta, ci si ritrova avvolti dall’atmosfera di questo piccolo e remoto villaggio irlandese. E ci si immedesima nel giovane Noe, alle prese con il primo amore e alla ricerca di una proprio collocazione nel mondo. Le figure dei nonni, per la loro tenerezza e complicità al di là dei battibecchi quotidiani e per il ruolo che svolgono nella vita di Noe, hanno toccato tutti. Ganga in particolar modo è risultato il personaggio più riuscito e compiuto. L’amicizia tra Noe e Christy, che supera la differenza di età consentendo uno scambio alla pari, è l’altro elemento portante del romanzo. Le loro escursioni in bicicletta – quasi dei pellegrinaggi – alla ricerca del fantomatico musicista, sotto cieli stellati ancora mirabili prima dell’avvento dell’elettricità, contribuiscono a creare un rapporto saldo ed empatico che segnerà tutta l’esistenza di Noe spingendolo a sua volta a diventare musicista. La musica è elemento fondamentale per gli irlandesi. Come la pioggia e il verde brillante fanno parte del paesaggio circostante, così la musica fa parte del paesaggio interiore regalando suggestioni in un linguaggio universale. L’ autore (e la sua voce narrante) diventa allora un cantastorie, la sua narrazione assume la forma di una melodia, barocca e a volte ridondante se si vuole, ma sempre intonata e a tempo. E dietro ad ogni personaggio c’è una vicenda di cui Williams/Noe coglie ogni peculiarità, a volte tratteggiata con estrema ironia e umorismo. Il titolo del libro è banale solo all’apparenza, così come la definizione di Felicità che si trova tra le pagine: qualcosa che non è mai così scontato si sappia dove cercare. Quel periodo di felicità del diciasettenne Noe è una breve parentesi di sole, un tempo sospeso che separa il tempo vecchio da quello nuovo, caratterizzato dall’arrivo dell’elettricità a Faha. Molti anni dopo Noe riapre una finestra di struggente nostalgia e ci regala un racconto molto commovente ma allo stesso tempo lieve e persino divertente nel turbinio dell’adolescenza. Particolarmente apprezzato l’espediente del telefono per rimettere insieme i pezzi di una vita, quella di Christy, e raccontarla alla donna amata, consentendo così ad Annie di preservare dignità nella malattia e di separarsi senza pietismi e melodrammi. Un libro da assaporare a lungo ed eventualmente rileggere con maggiore tranquillità per le lettrici e i lettori che l’hanno amato senza riserve.