Rosa Candida - Auður Ava Ólafsdóttir

La nostra recensione

“Rosa Candida” ha ricevuto l’apprezzamento della maggioranza del gruppo: le lettrici e i lettori hanno apprezzato la delicatezza con cui l’autrice ha raccontato questa storia di crescita e di ricerca di sé, dandole quasi i contorni di una fiaba moderna. Le figure maschili sono piaciute in modo particolare: dal padre che indirizza le scelte del figlio con poche, misurate parole; al frate-amico che trascura i suoi doveri religiosi a favore della sua passione per il cinema, fino al protagonista, il giovane Lobbi, che cerca di ritrovare sé stesso, in un modo del tutto anticonvenzionale, trasferendosi in un convento per prendersi cura di un giardino di rose. Le talee di una particolare varietà di rosa sono il nodo che tiene Lobbi legato alla sua famiglia d’origine, in particolare alla madre, appassionata di giardinaggio e da poco mancata nella vita del ragazzo ma, ciò nonostante, costantemente presente nei suoi ricordi e nei suoi gesti. In molti all’interno del gruppo hanno apprezzato la sensibilità moderna del protagonista che, diventato padre in modo del tutto inaspettato, accetta la decisione della madre di sua figlia di crescerla in autonomia ma è anche pronto a fare la sua parte nel momento in cui viene richiesto il suo aiuto. Ma il senso di libertà e di non-imposizione delle scelte si esprime in modo più ampio anche nella libertà concessa a Lobbi di scegliere la propria strada e realizzare i suoi sogni, anche quando questo significa allontanarsi dalle persone più care. La cura è stata percepita come un tema centrale nel romanzo: le attenzioni semplici e quotidiane dedicate alla figlioletta si affiancano di continuo alle amorevoli cure destinate alle preziose rose del giardino. E sarà proprio questa cura costante a fare germogliare i semi di una rinascita nella vita del ragazzo. I lettori che hanno apprezzato meno il libro hanno lamentato la lentezza nell’evolversi della vicenda e nella descrizione talvolta didascalica dei pensieri dei personaggi, considerati spesso poco definiti o irrealistici. La mancata definizione del luogo in cui si svolge la storia, inoltre, ha deluso chi cercava nelle descrizioni dell’ambiente e degli abitanti del luogo degli elementi per mettere a fuoco più chiaramente la vicenda. L’impressione generale del gruppo è che “Rosa candida” sia un romanzo di formazione delicato e genuino, che fa sorridere e sognare, grazie ai personaggi positivi e all’ambientazione da favola: difficilmente un libro che intende scuotere e provocare ma certamente una lettura piacevole e lieve.