Novella degli scacchi - Stefan Zweig

La nostra recensione

Un racconto breve ma perfetto quello di Zweig che ha suscitato una viva discussione. Una storia dentro una storia apprezzata da tutti i lettori e le lettrici del Gruppo per la scrittura, lo stile e la caratterizzazione dei personaggi. Una scoperta per molti questo autore viennese che in poche pagine riesce a raccontare le due diverse vicende: quella di Czentovic, rozzo e calcolatore campione di scacchi che ha trovato nel gioco il modo di riscattarsi, e quella del Dottor B. colto ed acculturato. Due personalità opposte che in qualche modo riflettono da un lato il mondo che si profila all’orizzonte con il nazismo e la Seconda Guerra, e dall’altro quello dello spirito aristocratico e ottocentesco ormai scomparso. I due avversari si affrontano su un terreno neutro, un Non Luogo rappresentato dalla nave in mezzo all’oceano. Zweig descrive molto bene la decadenza del mondo di ieri in questo che è il suo ultimo racconto prima del suicidio avvenuto in Brasile, dove era stato costretto a fuggire. I tratti distintivi di Czentovic sembrano dunque essere una metafora di quella perdita di valori e di forza morale che porta Zweig allo smarrimento, trasformandolo nel giro di soli dieci anni da scrittore acclamato ad esule perseguitato di cui si bruciano i libri nelle piazze. Qualcuno ha fatto notare che l’isolamento del dottor B. equivale in fondo a quello di Zweig, costretto a fuggire da Vienna senza più alcun riferimento. Alcuni lettori e lettrici non hanno trovato così sgradevole il campione di scacchi che - almeno all’inizio - riesce a catturare la simpatia. E’ solo successivamente, quando appare chiaro che ambisce solo al successo e a guadagnare soldi persino giocando sulla nave, che emergono quei tratti distintivi che lo rendono un freddo calcolatore. Ci è parso chiaro il divario tra la capacità di astrazione e di immaginazione del dottor B. e l’abilità tutta tecnica e grossolana di Czentovic che non riesce a giocare senza una scacchiera davanti. Gli scacchi in fondo rappresentano una forma di controllo in un mondo allo sbando in cui non sembrano più esserci regole e umanità. Entrambi i giocatori tuttavia sono destinati alla sconfitta e all’infelicità perché non c’è salvezza né per l’uno né per l’altro. Abbiamo tutti apprezzato la grande intensità del racconto il cui tema principale è l’avvento del nazismo con tutta la sua violenza e brutalità e la fine di un mondo - quello di ieri - caro allo scrittore e che darà anche il titolo alla sua autobiografia.