Cuore di tenebra - Joseph Conrad

La nostra recensione

Cuore di tenebra è stato apprezzato quasi all’unanimità dai lettori del Gruppo di lettura. Il romanzo si può leggere a più livelli: è innanzitutto la storia di un viaggio in un continente ancora in gran parte inesplorato e ignoto da parte del marinaio Marlowe (Conrad stesso aveva solcato i mari ed era approdato in Africa e in Congo). Ma il romanzo è anche la denuncia dell’imperialismo e del colonialismo i cui effetti e conseguenze Conrad aveva potuto osservare di persona. Infine è la metafora di un percorso piu profondo, dentro noi stessi, alla scoperta di quelle pulsioni primitive che risiedono in tutti, anche negli individui migliori. Come in Kurtz, che prima di arrivare in Africa viene descritto come persona rispettosa, colta e sensibile per poi trasformarsi in oppressore e manipolatore, un criminale contro i proprio simili. Ambiguo è l’atteggiamento di tutti coloro che hanno conosciuto Kurtz in Congo: pur riconoscendone la crudeltà e la brutalità ne restano ammaliati, soggiogati quasi, perdendo la capacità di esprimere un giudizio critico e prenderne le distanze. La differenza tra i “selvaggi africani” e il colonizzatore bianco consistite nella perdita di genuinità di quest’ultimo a cui non resta che l’orrore perpetrato in nome di una causa ignobile, quasi che il trovarsi in situazioni estreme non possa che trasformare l’individuo più raffinato e colto in una bestia. Un romanzo intenso che tocca corde profonde, scritto in una lingua (che non era neppure la lingua a madre di Conrad bensì la sua terza lingua ) articolata e piena, letteraria senza essere ricercata. Conrad ha una visione moderna e anticipa i tempi e i cambiamenti che sarebbero avvenuti solo successivamente nel denunciare l'ipocrisia della civilizzazione da parte dell’uomo bianco del continente africano. Moderno lo è anche per le metafore che utilizza laddove la tenebra e l’oscurità rappresentano l’inconscio la cui esistenza era una scoperta recentissima di Freud e della psicoanalisi che stava prendendo piede proprio in quegli anni. La domanda di Conrad diventa allora: "l’uomo diventa brutale se posto in condizioni estreme oppure tale è la natura umana sempre e comunque e la civiltà consiste nel tenere a bada questi istinti?” Abbiamo infine rammentato che la discesa agli inferi della follia di Kurtz è stata ripresa magnificamente nel film Apocalypse Now che seppur ambientato nel Vietnam degli anni Sessanta riproduce perfettamente le atmosfere cupe del romanzo e il fascino del male esercitato dal personaggio. Per un aspetto Konrad rimane legato al suo tempo, ossia per il ruolo secondario che le donne hanno nel romanzo e per gli stereotipi che le vedono fidanzate, zie e parche tessitrici del destino umano. Donne alle quali si deve necessariamente raccontare una pietosa bugia piuttosto che mandare in frantumi l’uomo ideale di cui si erano innamorate e con essa l’ingenua fiducia nell’essere umano.