Copenaghen - Come una sirena

Come una sirena di Giovanni Montanaro

Confessiamolo: amiamo tutti la Sirenetta. Che si tratti della fiaba originale o dei numerosi adattamenti letterari successivi o del capolavoro animato della Disney, la storia della giovane principessa del mare innamorata del mondo degli umani ha colpito l’immaginazione di generazioni di bambini.
Pochi di noi però conoscono la storia del suo creatore: il celebre scrittore danese Hans Christian Andersen.
Partiamo quindi verso il Nord Europa con destinazione Copenaghen per immergerci in una #ValigiadelLettore decisamente fiabesca.

Prima di diventare uno dei maggiori scrittori del suo tempo Andersen visse un’infanzia e un’adolescenza avventurose e problematiche. Figlio di una madre alcolizzata e nipote di una prostituta, poverissimo e quasi analfabeta, Hans era un bambino solitario ed emarginato dai coetanei.

Era considerato ritardato perché costantemente assorto nei suoi pensieri e incapace di tenere il passo degli altri studenti.
A quindici anni lasciò la sua città natale, Odense, per tentare la carriera di ballerino al Teatro Reale di Copenaghen. Il suo sogno artistico svanì velocemente eppure Hans non si arrese e per anni continuò con caparbietà a scrivere le storie che nascevano dalla sua incredibile immaginazione, pubblicandole a sue spese.

Nelle sue fiabe Andersen racconta molto di se stesso: lui è la Piccola fiammiferaia, lui è il Brutto Anatroccolo e, soprattutto, lui è la Sirenetta.
Costretto in un corpo goffo e sgraziato che riteneva impossibile da amare, innamorato di chi non poteva ricambiare il suo sentimento, Hans riversò nelle sue fiabe la speranza di essere accettato, un giorno, per quello che era.

E in fondo è forse per questo che le sue storie hanno avuto in passato, e continuano ad avere, un grandissimo successo: i suoi personaggi parlano ad ognuno di noi, al bambino e all’adolescente che siamo stati e che si sentiva diverso, a disagio nel proprio corpo, incompreso dai coetanei e desideroso di ottenere affetto e accettazione.

La #ValigiadelLettore che ci accompagnerà a Copenaghen potrebbe risultare un po' ingombrante dopo aver messo al suo interno un contenitore con dell’acqua ma servirà a ricordarci quanto Andersen, proprio come una sirena, amasse e avesse bisogno del contatto con l’acqua.
“Si sentiva libero. Lì, nell’acqua, nessuno lo guardava. Lì, nell’acqua, era come tutti. Non era più né bello né brutto, somigliava soltanto a una spiga di grano, a una nuvola, a un pesce, perché la natura non guarda nessuno con gli occhi cattivi degli uomini.”